“Io s(u)ono”: il cinema come strumento per raccontare i giovani
Quanti di noi, durante l’adolescenza, hanno affidato le proprie emozioni e i propri pensieri alla scrittura o all’arte? E quanti si sono divertiti con la telecamera dei genitori a immaginare e realizzare storie?
Il cinema, la musica, la creatività possono diventare strumenti non solo di svago, ma anche di espressione di sé e delle proprie emozioni. Specie nel delicato periodo in cui si cresce e ci si prepara all’età adulta.
E’ su queste basi che nasce “Io s(u)ono”, percorso promosso dalle scuole secondarie di primo grado “Casalini” di Rovigo in collaborazione con Zico e con il cinema Duomo. Un’esperienza inserita nel progetto CIPS – Cinema e immagini per la scuola, promosso dal ministero dell’Istruzione e dal ministero della Cultura.
Iniziato con tre proiezioni al cinema Duomo di Rovigo, il percorso coinvolge le classi terze delle “Casalini” e i loro docenti in un’esperienza di apprendimento dei linguaggi e degli strumenti del cinema e della musica applicata ad esso. Il progetto ha come responsabile scientifico Girolamo Macina, mentre le tre proiezioni sono state curate e introdotte dalla direttrice artistica del cinema Valentina Guglielmo, che ha proposto e analizzato i film “Selfie” di Agostino Ferrente, “My soul summer” di Fabio Mollo e “Sing street” di John Carney.
La seconda tappa è un ciclo di laboratori, rivolti da un lato agli studenti, dall’altro ai docenti delle scuole coinvolte. Dagli strumenti per fare cinema a scuola a quelli per affrontare le problematiche adolescenziali, fino ad una panoramica di tutto ciò che occorre sapere per organizzare attività scolastiche legate al cinema: una ricca cassetta degli attrezzi per tutti i docenti che vogliano sfruttare la potenza della settima arte per fare didattica.
Agli studenti, invece, si rivolge un percorso tra videografia, montaggio, musica e cinema. Si è aperto con il percorso sulla videografia, curato da Alberto Gambato, per proseguire con quello sul montaggio con Elena Cabria. Continuerà poi con un laboratorio sulla musica e la composizione, curato da Graziano Beggio con Nicola Zambello. E infine ci si dedicherà al cinema con Girolamo Macina.
Guidati da esperti, i partecipanti apprenderanno insomma come si progetta un’opera filmica, come si montano le immagini realizzate, come si compone un brano musicale e, infine, come si trasforma nella colonna sonora di un film o nella base di un videoclip.
Il primo esperto in campo è Alberto Gambato, film maker rodigino, che ha all’attivo cortometraggi e documentari.
Tra questi “Presi a caso” con Laura Fasolin, sull’eccidio di Villadose, premiato al Concorso nazionale Filmare la Storia con una Menzione Speciale del Premio “P. Gobetti”, e “La lunga marcia” dei 54″ sulla strage di Villamarzana. “L’isola che c’era” è stato selezionato da più di 30 festival internazionali e premiato in 5 occasioni. I suoi corti “Velleità”, “Dopochi” e “Uno in più” hanno ottenuto selezioni e riconoscimenti a festival italiani. Collabora con agenzie e partecipa a progetti legati spesso alla narrazione del territorio e ai suoi protagonisti.
Il laboratorio condotto da Gambato è iniziato il 14 febbraio negli spazi dell’Urban digital center di via Badaloni, con un gruppo di ragazze e ragazzi coinvolti per imparare le basi della videografia, dall’acquisizione delle immagini alla loro produzione. Il 17 febbraio, invece, inizia il percorso con Elena Cabria sul montaggio video. “Io s(u)ono” proseguirà poi fino alla fine dell’anno scolastico, con la realizzazione di un’opera che sarà proiettata pubblicamente.
Con questa attività il cinema teatro Duomo di Rovigo, gestito da Zico, allarga e rafforza le collaborazioni con il mondo della scuola, proponendo il cinema non solo come strumento di svago, ma anche di ascolto dei più giovani e di espressione della loro visione del mondo. E, più in generale, di sperimentazione di esperienze per rinnovare il cinema e aprirlo a nuovi scenari e obiettivi.