Settant’anni dopo la grande alluvione del 1951
La grande alluvione del 1951 ha segnato il territorio polesano in modo profondo. Sia perché ne ha sconvolto l’economia e la popolazione, provocando un crollo demografico e un lungo periodo di difficoltà. Sia perché ne ha plasmato l’identità, anche attraverso il riscatto e la rinascita. E ha lasciato un’impronta anche nella letteratura e nell’arte.
A settant’anni dall’alluvione una serata speciale al cinema teatro Duomo ha proposto un’ampia riflessione su quell’evento con il docufilm “Generazioni parallele” di Nicola Berti e le suggestioni di ospiti d’eccezione.
La comunità polesana di fronte all’alluvione del 1951
La proiezione del documentario sul grande schermo del cinema Duomo è stata preceduta da un momento di confronto con alcuni ospiti. Ad aprire, il saluto del presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro, che ha ricollegato l’appuntamento al cinema ad un altro grande evento in città: la mostra “70 anni dopo. La grande alluvione” a Palazzo Roncale, che propone immagini e testimonianze di quei giorni, ma anche una riflessione sulla rinascita del Polesine e la sua identità oggi.
A seguire l’intervento di Sergio Frigo, giornalista, storico, autore di una sezione del libro “I giorni del diluvio. Il Polesine e la Grande Alluvione del 1951” a cura di Francesco Jori. Partendo dalla cronaca, Frigo ha ricordato come l’alluvione fu in effetti la prima tragedia ad ottenere un’eco mediatica paragonabile a quanto accade oggi per eventi analoghi, ma anche un’ondata di solidarietà in tutto il paese. L’alluvione del 1951, insomma, fu un vero e proprio evento di respiro nazionale.
Frigo ha anche evocato le opere letterarie e artistiche in cui è stata rappresentata la catastrofe, dalle “Cronache dell’alluvione” di Gian Antonio Cibotto ai più recenti romanzi di Natalino Balasso, Mattia Signorini, Germana Urbani.
A parlare della comunità polesana e di come ha saputo reagire al disastro è stato Giorgio Osti, docente dell’università di Padova, esperto del territorio polesano. Che ha anche voluto lanciare una suggestione: servirebbe una figura capace di elaborare narrazione emotiva dell’alluvione del 1951, analogamente a quanto fatto per altre tragedie nazionali, come quella del Vajont portata sulla scena in modo indimenticabile da Marco Paolini.
Generazioni a confronto sull’alluvione
Protagonista della serata il docufilm “Generazioni parallele” di Nicola Berti. Un racconto dell’alluvione con un taglio originale: a raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle quei giorni sono un gruppo di giovani polesane. Affiancate e guidate dal regista, sono loro a incontrare i protagonisti, ad ascoltarne le storie, ad approfondirle con le loro domande.
In sala per la proiezione c’era una di loro, Michela Corazzari, che ha raccontato questa sua particolare esperienza di videomaker, ma soprattutto come le storie ascoltare abbiano lasciato un’emozione profonda e ancora viva.
La serata è stata moderata da Francesco Casoni, giornalista, scrittore e comunicatore di Zico, l’impresa sociale che gestisce attualmente il cinema teatro Duomo.
Com’è nato il docufilm
“Generazioni parallele” è stato prodotto dal Comune di Stienta e dalla cooperativa sociale Il Raggio Verde con Baobab Film. E’ parte di un progetto per lo sviluppo delle competenze espressive dei giovani in ambito visivo e multimediale applicato alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale, nell’ambito del bando regionale “Fotogrammi Veneti”.